L’indagine realizzata da Verti in collaborazione con BVA Doxa, società di ricerche di mercato, esplora l’evoluzione nelle modalità e nei significati del consumo alimentare.

Per rispondere alle domande sul cambiamento e sull’evoluzione dei bisogni e dei consumi, Verti Assicurazioni collabora con la società di ricerche di mercato BVA Doxa sul progetto Trend Movers, l’Osservatorio nato per indagare i trend del futuro, coerentemente allo spirito #sempreavant1 della società.

I modi, i tempi e i luoghi del consumo del cibo hanno assunto, negli ultimi anni, sfaccettature sempre più varie. Il cibo si trasforma in “food”, esperienziale, emozionale, buono da pensare, da vedere e da fotografare, originando nuovi stili di vita dettati dalle differenti modalità di fruizione.

Nascono quindi i foodie, termine inglese che indica chi è interessato al mondo della gastronomia a 360° ed è alla costante ricerca di nuovi “spazi” esperienziali, come i Farmer’s market urbani, per accaparrarsi prodotti a chilometro zero. D’altra parte, la stessa McDonald’s, omologatore globalizzante per antonomasia, ricerca oggi nuove proposte con ingredienti legati al territorio. Le community online dedicate ai #foodaddicted proliferano e sono popolate da individui che creano un binomio difficilmente scindibile tra il consumo e la condivisione dell’esperienza via social, prima, durante e dopo il pasto.

I trend alimentari legati a sostenibilità, salute, benessere e praticità ridisegnano le modalità di consumo contemporanee: da una ritualità tradizionale abbinata a una convivialità codificata e definita, a una fruizione di cibo innovativa, sperimentale e nomadica, senza la rinuncia all’eccellenza e alla genuinità. Prendono vita format come Street Food, Fast gourmet e Ready to eat, che segnalano come qualità e velocità possano convivere armonicamente e soddisfare i bisogni di chi ha poco tempo per mangiare e sedersi a tavola, ma allo stesso tempo non intende sacrificare la qualità stessa.

Qualità che, negli ultimi tempi, fa sempre più rima con sostenibilità e salute. Secondo la ricerca condotta da Lightspeed/Mintel, in collaborazione con Bimby, sulle scelte e sui comportamenti dei consumatori nell’area food, il 35% degli italiani dimostra interesse verso ingredienti più sostenibili, in un’ottica di rispetto dell’ambiente, della forza lavoro e della salute. Un aspetto, quello degli effetti dell’alimentazione sul corpo umano, rimarcato dal fatto che il 35% dei consumatori intervistati ricerca nel cibo elementi curativi della salute dei capelli e della pelle. E oltre il 60% degli intervistati a livello europeo è consapevole che ciò che mangia ha un impatto diretto sul proprio benessere non solo fisico, ma anche mentale ed emotivo. Fenomeni, poi, come la crescente sensibilità verso la tutela della vita degli animali, vegetarianismo e veganismo sono confermati dai numeri, per cui in Europa tra il 37% e il 52% dei consumatori intervistati evita di mangiare carne per ragioni legate all’ambiente e circa il 40% crede che le proteine derivanti dalle piante siano più sane rispetto a quelle animali. Da qui la tendenza, sempre più presente, ad eliminare il lattosio: in particolare in Italia il 13% degli intervistati non lo include nella propria dieta. Più in generale, va riducendosi il consumo di latte e derivati, rimpiazzati da alimenti a base vegetale: tra coloro che li evitano, troviamo l’11% degli italiani.[1]

In sostanza, il panorama che emerge dall’analisi dei nuovi trend si può suddividere sommariamente in quattro principali filoni.

  • Ovunque e in qualunque modo: la personalizzazione dei consumi tra online e offline.

 

“E-food”: convenienza e condivisione

La nuova piattaforma “Cortilia, la campagna a casa tua” è un mercato agricolo online che seleziona i migliori produttori agricoli e artigianali in Italia, per avvicinare l’esperienza della spesa dell’utente alla genuinità della campagna.

 

Foodracers: i tuoi piatti preferiti a domicilio, anche fuori dalla metropoli

Per chi desidera un servizio di delivery, ma si ritrova a vivere al di fuori dal perimetro delle grandi città in cui operano i principali players (Glovo, Deliveroo, Just Eat, Foodora), c’è “Foodracers, ordina dai migliori ristoranti in città”, che opera anche nei piccoli centri italiani.

 

Sushi corner nella GDO: la nuova frontiera del ready-to-eat

Il sushi è diventato un fenomeno di massa: oggi lo consuma il 96% degli italiani e il 28% dichiara addirittura che sarebbe disposto a inserirlo nella propria dieta quotidiana. Questo passaggio da moda a media è stato favorito non solo dall’aumento dei ristoranti di cucina giapponese, ma anche dall’ampliamento dell’offerta di “food-to-go” nei punti vendita della GDO, dove i prodotti classificati come “sushi” sviluppano un giro d’affari che supera i 113 milioni, con un +5,4% rispetto all’anno precedente. L’acquisto di piatti pronti a base di sushi non nasce come abitudine “salutistica” ma sta avendo un impatto positivo sulla dieta degli italiani, il cui consumo di pesce è aumentato in maniera considerevole.

 

“Flat food”: abbonamento mensile per mangiare a volontà al ristorante

Anche nel mondo della ristorazione, iniziano ad affacciarsi le tariffe “flat”, ossia ordinazioni illimitate di piatti e bevande presenti nel menu, previo il versamento di un abbonamento mensile. Il modello economico è lo stesso dei servizi di streaming come Spotify e Netflix, che consentono di accedere all’intero catalogo pagando un canone fisso.

Il “flat food” (letteralmente “cibo a forfait“) è sbarcato in Italia in due ristoranti pionieri: al Weedoo di Limena (PD), che prevede un “abbonamento” di 149 € al mese (cene illimitate), e al Gabarè di Ravenna, con diverse tipologie, anche “open” (280€ per i single, 400€ per le famiglie, 2 adulti e 2 bambini con colazione, pranzo e cena tutti i giorni) e la formula “ordina via app” e take away, per consumare tranquillamente nella propria abitazione.

 

  • Cibo e sostenibilità: le nuove frontiere del rapporto nutrizione-ambiente

 

Vild Mad e Frutta Urbana: direttamente dagli alberi, gratis

A Copenaghen, l’amministrazione comunale sta progettando di piantare alberi da frutto in tutta la città, nelle aree pubbliche, nei parchi e nei campi da gioco, per offrire alla comunità spuntini sani e genuini. L’obiettivo è dare ai cittadini l’opportunità di “riconnettersi” con i sapori naturali e di inserirli più spesso nell’alimentazione quotidiana.

L’app Vild Mad (letteralmente “cibo selvaggio”) è una vera e propria guida che istruisce sulla raccolta di frutti, bacche ed erbe e che fornisce gustose ricette da realizzare con gli ingredienti selvatici raccolti gratuitamente.

 

Frutta Urbana è l’iniziativa dell’associazione no profit Linaria, che ha realizzato il primo progetto italiano di mappatura, raccolta e distribuzione gratuita della frutta che cresce nei parchi e nei giardini di città. Il tree to table, per ora attivo nelle città di Roma e Milano, è destinato a diffondersi in altre realtà, come già avvenuto in Canada, Stati Uniti, Inghilterra e Paesi del Nord Europa.

 

“Magic Box”: Too Good To Go. L’anti-spreco che fa bene al mondo

“Too Good To Go” esordisce in Danimarca nel 2015 ed è oggi attiva in 9 Paesi europei, con più di 8 milioni di utenti. Questa app permette di comprare a prezzi ribassati il cibo invenduto “troppo buono per essere buttato” di bar, ristoranti, pasticcerie, forni, hotel e supermercati.

Nata con l’intento di combattere lo spreco alimentare e favorire l’alimentazione sostenibile (riducendo l’emissione di CO2), l’app è sbarcata in Italia nel 2019, a Milano, ed è diventata in poco tempo un’opportunità sia per gli operatori, che hanno modo di farsi conoscere e di attrarre nuovi clienti, che per i consumatori, che possono a provare nuovi prodotti a prezzi minimi, compresi tra i 2€ e i 6€.

 

  • Food tools: la tecnologia al servizio del consumatore

 

Juno: il microonde che raffredda le bevande in tempi record

Juno è il nuovo forno a microonde, presentato al CES di Las Vegas, dalle dimensioni ridotte e dal design cilindrico, elegante e contemporaneo. Il suo pregio è la capacità di far abbassare la temperatura di qualsiasi bevanda in pochi minuti, 1’ per una lattina di birra, 3’ per una bottiglia da 1 litro. Il lancio sul mercato è previsto per ottobre 2020, il prezzo è fissato intorno ai 299€.

 

Sweet bike: il gelato dove vuoi

Il “carretto dei gelati come una volta” è la nuova strategia di GROM (Unilever), che chiude molte gelaterie tradizionali per andare incontro a nuovi modelli di consumo, puntando sul canale on the go con format innovative, chioschi e “biciclette gelato”, come avviene da tempo in altre realtà del nord Europa.

 

  • Street (gourmet) food: tra diffusione dei “food truck” e riabilitazione ed elevazione dell’idea di “cibo da strada”

 

Food truck: sempre più gourmet

I food truck, nati in California e diffusisi in maniera capillare negli Stati Uniti con oltre 20.000 unità, sono approdati in Europa, soprattutto in Inghilterra, Olanda, Francia e Germania, e solo successivamente in Italia, con il primo “festival” tenutosi nel 2014 a Milano. In 5 anni, l’attività è aumentata del 48,8% e nel 2020 il “Food truck festival” sarà in tour in molte città italiane.

 

Inoltre, l’edizione 2020 dei Campionati della Cucina Italiana prevede il primo contest ufficiale di Street Food.

 

Streeteat: Food truck finder

Streeteat è un’app che nasce come il primo aggregatore europeo di food truck, con lo scopo di geolocalizzare i truck nelle vicinanze e soddisfare la voglia di “cibo di strada”.

 

Street food: le immancabili “guide”

Con il cambio di connotazione del concetto di street food, hanno iniziato a diffondersi conseguentemente articoli, recensioni, elenchi, guide anche sui migliori cibi di strada. A titolo esemplificativo, si può citare il Giro d’Italia in 40 morsi:

 

CONCLUSIONE

Il cibo ha acquisito un’importanza sempre maggiore per la definizione identitaria. Secondo la definizione di Massimo Montanari, il cibo è diventato ed è uno “straordinario veicolo di autorappresentazione e di scambio culturale: è strumento di identità e modo di entrare in contatto con culture diverse”.

Nell’era della velocità che predica la lentezza e di globalizzazione che valorizza l’iper-locale, anche lo spuntino più veloce dev’essere di qualità, all’insegna della nuova filosofia gourmet che ha contaminato il consumo fuori casa, dalla ristorazione veloce, ai bar, agli street truck. Anche il panino che si può mangiare in piedi o seduti o mentre si passeggia o si corre di fretta per strada, in una stazione, in auto, deve avere determinate caratteristiche e può essere farcito con verdure di stagione, da filiera controllata, magari con un ingrediente di produzione del territorio locale.

I pasti sono sempre più destrutturati, “liquidi”, nella misura in cui rispecchiano la condizione di liquidità della società. Zygmunt Bauman, il sociologo polacco che ha coniato la fortunata definizione di “modernità liquida”, descrive una società in cui l’unica cosa che non cambia è il cambiamento stesso, che non ha più codici e convenzioni solide, fisse poiché, come per i liquidi, non esiste un punto di riferimento certo e stabile. Di conseguenza anche i pasti, riti del nutrimento e della convivialità, risentono dei nuovi stili di vita e cambiano, diventando qualcosa di molto personale, e punteggiano le giornate di chi vive e lavora in contesti urbani in modi nuovi, in una sorta di neverending snacking.

Il food delivery è un interessante indicatore del fenomeno del cibo nomadico che contamina anche la casa, luogo tradizionale in cui “ci si siede a tavola per mangiare”, che ora diventa contenitore di consumi non più confinati nei metri quadrati delle stanze domestiche. Si mangia ovunque e si mangia cibo che arriva da fuori, dal junk allo stellato, dallo snack al piatto tradizionale: è il cibo normalmente consumato nella ristorazione fuori casa che viene a bussare alla nostra porta.

Cibo buono, velocità e movimento diventano alleati e non più opposti. Perché un tempo mangiare in fretta significava sacrificare eccellenza, qualità e salute all’insegna del junk food, gustoso e emozionalmente compensativo, ma lontano da leggerezza, benessere e autogratificazione culturale.

[1] Ricerca condotta da Lightspeed/Mintel, in collaborazione con Bimby (2020).

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